Non mi sento un pollo d’allevamento. Chi mi conosce, anche se di sfuggita, comprende quanto tenda a scostarmi dai limiti imposti. Detesto le recinzioni soprattutto quelle mentali e guardo gli ostacoli con un sorriso di sfida. I limiti che per altri possono essere rassicuranti per me sono semplicemente noiosi. Ho sempre cercato di andare oltre. A quattordici anni con la bicicletta, scoprivo il Friuli frugando in ogni angolo di questa terra, dal mare fino alla montagna. Tornavo la notte esausto e bruciacchiato dal sole o grondante di pioggia. Poi ho alzato lo sguardo ed i pedali verso le vette, innamorandomi di valli ombrose e montagne nascoste. Erano le mie Alpi Giulie e Carniche, armoniose e ruvide, non antropizzate, non violentate dal turismo di massa. Alpi di confine tra Slovenia, Austria e Italia. Poi e arrivò lei… la motocicletta. Eros meccanico: puzza, rombo, chilometri sulle strade dell’India. Le vette del Kashmir, guasti nella notte a quattromila metri di quota su passi stradali sconnessi abituati allo sterco di Yak. Percosso dalla grandine nella notte e il buio nel cuore con il motore in panne. Da solo. E poi ancora avanti. Sono nato sull’Adriatico a Monfalcone classe Novantuno dell’altro secolo, vissuto a Cervignano del Friuli. Da quasi due anni vivo in India per lavoro. Questo subcontinente l'ho visitato in ogni direzione per assaporarne gli aspetti più autentici. Ora è giunto il momento di tornare a casa. Tornare alle mie radici.